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Published on maggio 31st, 2016 | by Antonio Ciccotti

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Storia Munaciello Napoli

 Storia ,leggenda,le origini del fantasma O’Munaciello

(NAP)« ‘O munaciello: a chi arricchisce e a chi appezzentisce » (IT)« Il munaciello o arricchisce o manda in miseria »

Il munaciello o monaciello, “piccolo monaco” in napoletano) è uno spiritello leggendario del folclore napoletano. Spirito di natura sia benefica, che dispettosa, è di solito rappresentato come un ragazzino deforme o una persona di bassa statura, abbigliato con un saio e fibbie argentate sulle scarpe.

Le origini

La leggenda del munaciello ha origini plurisecolari, e gli studiosi di tradizioni popolari accreditano due ipotesi principali.monaciello_2

Secondo la prima, riportata tra gli altri da Matilde Serao nel suo Leggende napoletane (1881), il munaciello sarebbe un personaggio realmente esistito.

L’origine andrebbe fatta risalire al 1445, durante il regno di Alfonso V d’Aragona, quando vi fu uno dei tanti amori impossibili descritti dalla tradizione poetica e musicale napoletana, tra Caterinella Frezza, figlia di un ricco mercante di panni, ed il garzone Stefano Mariconda.

Fortemente contrastata soprattutto dalla famiglia di lei, la coppia ricorreva ad incontri clandestini durante la notte, cui il giovane garzone si recava percorrendo un pericoloso sentiero sui tetti di Napoli. Fu proprio nel corso di una di queste camminate che Stefano fu assalito e gettato nel vuoto, sotto gli occhi della fidanzata. Dopo che la salma del giovane fu inumata, Caterinella, in stato interessante, chiese ed ottenne di rinchiudersi in un convento della zona, dove diede alla luce un bambino piccolo e deforme.

Nonostante la madre avesse chiesto alla Madonna una grazia che donasse al bambino la salute, le condizioni del neonato non mutarono con la crescita. La madre prese a vestirlo con un abito bianco e nero da monaco, sempre speranzosa in un miracolo, e questo fatto fu all’origine del nomignolo munaciello attribuitogli dal popolo.

La sua figura dalla testa troppo grande e dal corpo troppo piccolo, che si aggirava per le strade del quartiere Porto[, destava disgusto e sospetto, che presto si tradusse in continui insulti e sgarbi nei suoi confronti. Da questo, all’attribuirgli poteri soprannaturali benevoli o malevoli il passo fu breve. In particolare, se il cappuccio dell’abito era di colore rosso, se ne traevano auspici di buon augurio, mentre la malasorte veniva associata al cappuccio nero.

Dopo la morte della madre, la situazione peggiorò ulteriormente, e gli vennero attribuite ogni sorta di avvenimenti sfavorevoli, dalle malattie alle nuove tasse, e gli assalti anche fisici alla sua persona peggiorarono. Infine, il munaciello scomparve misteriosamente, e la voce popolare fu che fosse stato portato via dal diavolo.

La Serao riporta però che qualche tempo dopo furono ritrovate in una cloaca delle ossa che avrebbero potuto essere quelle del nano, ed avanza l’ipotesi che i parenti Frezza avessero alla fine deciso di assassinarlo.

Dopo la sua morte, il popolo napoletano continuò a vederlo nei luoghi più disparati dei quartieri bassi, e alla sua sete di vendetta cominciarono ad essere attribuiti tutti gli eventi sfavorevoli della vita quotidiana. La sua esistenza in quanto spirito divenne presto un fatto comunemente accettato:
« Chiedete ad un vecchio, ad una fanciulla, ad una madre, ad un uomo, ad un bambino se veramente questo munaciello esiste e scorazza per le case, e vi faranno un brutto volto, come lo farebbero a chi offende la fede. Se volete sentirne delle storie, ne sentirete; se volete averne dei documenti autentici, ne avrete. Di tutto è capace il munaciello… »
(Matilde Serao, Leggende napoletane)

Come contrappunto, si iniziò anche ad attribuirgli poteri magici connessi alla credenza che dalle sue apparizioni potessero ricavarsi dei numeri fortunati da giocare al lotto.

Altra leggenda invece vuole che il munaciello fosse l’antico gestore dei pozzi d’acqua (il “pozzaro”), il quale riusciva (per la sua statura piccola) ad entrare nelle case passando attraverso i canali che servivano a calare il secchio.

Poiché spesso i pozzari non venivano pagati dai loro committenti, costoro si “vendicavano” entrando nelle case dei Signori e rubando per sé oggetti preziosi. Gli stessi oggetti preziosi, talvolta, venivano poi donati dai pozzari alle loro amanti, nelle cui case i gestori dei pozzi si intrufolavano sempre attraverso i canali per calare il secchio. Anche per questo la leggenda vuole che il munaciello talvolta rubi, talvolta doni.

Vi è anche una terza ipotesi, che descrive il munaciello come un piccolo demone, dispettoso perché cattivo, anche quando lasci monete (in tal caso, il denaro sarebbe un’offerta ai vivi per attirarli dalla sua parte).

La tradizione

 Il Munaciello è solito nascondersi nei vicoli del centro storico di Napoli, preferendoli quindi alle eleganti case di Chiaia.

La tradizione non indica con precisione il luogo in cui abita il munaciello, ma si suppone che dimori tra le rovine di alcune delle abbazie e monasteri che si trovano tra le colline che circondano la città di Napoli.

Una leggenda vuole che uno dei vari rifugi del munaciello si trovi a Marina del Cantone, nella torre di Montalto, località diSant’Agata sui Due Golfi (Massa Lubrense).

La voce popolare indica nel munaciello un esperto delle vie sotterranee di Napoli e le attraversa per frequentare vecchi palazzi, causando diverse seccature. Si dice che Villa Gallo sia una delle case infestate da questa creatura.

Il munaciello tenderebbe ad esprimersi, nei confronti degli abitanti della casa dove si appalesa, con tipiche manifestazioni:

  • di simpatia (lasciando monete e soldi nascosti dentro l’abitazione, oppure facendo scherzi innocui che possono essere trasformati in numeri da giocare al lotto);
  • di antipatia (nascondendo oggetti, rompendo piatti e altre stoviglie, soffiando nelle orecchie dei dormienti);
  • di apprezzamento (sfiorando con palpeggiamenti le belle donne).

In nessuno dei tre casi suddetti bisogna però rivelarne la presenza: secondo il folklore napoletano, possono capitare disgrazie e sfortuna a chi rivela una visita del munaciello.

Ci si può propiziare questo benefico spiritello domestico con il cibo, nella speranza di vedere trasformato il cibo in oro; ma non ci si deve vantare di tali doni soprannaturali, altrimenti svaniscono così come sono apparsi.

Quando il munaciello si manifesta di persona, pare che appaia alle persone sempre nel cuore della notte, ma solo a coloro che sono nel più estremo bisogno, dopo che abbiano fatto tutto ciò che è possibile fare per alleviare l’angoscia che si è abbattuta su di loro e dopo che tutto ciò che è umanamente possibile abbia fallito. Lui senza parlare farebbe cenno di seguirlo; chi ha il coraggio di farlo verrebbe portato in qualche posto dove è nascosto un tesoro.

Il munaciello non porrebbe nessuna condizione per il suo utilizzo, non richiederebbe alcuna promessa di rimborso, non esigerebbe né dazio né servizio in cambio. Non si sa se questi tesori siano i frutti di guadagni illeciti o i frutti del lavoro industrioso, messi da parte per le occasioni d’amore e di carità.

 Si dice che in molti abbiano fatto improvvisamente fortuna grazie al suo intervento e quindi, quando qualcuno ha avuto un arricchimento improvviso, si dice “Forse avrà ilmunaciello in casa”.

 Si dice anche che il tesoro portato in dono dal munaciello sia appropriato per le esigenze di chi l’ha ricevuto.

fonte: Wikipedialogo2

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Mi chiamo Antonio Ciccotti ,sono nato a Napoli in un caldo mese di Luglio, una città unica,che non ha bisogno di presentazioni. Partecipazione,attivismo,informazione ,libertà di espressione.sono le cose che più mi interessano.



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