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Published on novembre 4th, 2014 | by Antonio Ciccotti

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Appartamento in Vendita San Giorgio a Cremano

IMG_1203IMG_1206Nel centro di San Giorgio a Cremano a due passi dalla sede del comune e della piazza adiacente ,vendiamo in via Alcide De Gasperi in parco al sesto piano di un palazzo in cemento armato con ascensore un appartamento in ottimo stato,luminoso e panoramico composto da salone living con angolo cottura ,ampio ripostiglio,bagno, camere da letto e camerette ,ottima esposizione verso il Vesuvio e verso il mare con vista Capri.Tutto situato in ottimo contesto.

Prezzo richiesto : Euro 220.000 

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Informazioni utili su San Giorgio a Cremano

San Giorgio a Cremano è un comune italiano di 47.783 abitanti della provincia di Napoli in Campania, è la ventunesima città della Campania per popolazione.

 Geografia fisica

Situato alle falde del Vesuvio, oggi è ormai parte integrante dell’agglomerato urbano della città di Napoli ed è collegato a questa con la Circumvesuviana. Ricordata molte volte per essere stata la città di Alighiero NoscheseLuca Giordano e Massimo Troisi.

Storia

L’eruzione del Vesuvio del 1631

Le numerose eruzioni del Vesuvio, che si susseguirono a partire da quella del 79, resero il territorio su cui ora si stendono San Giorgio a Cremano e i comuni limitrofi sostanzialmente disabitato fino agli inizi del sec. X. Tali territori erano genericamente denominati Foris Flubeum, ad indicare che erano separati da Napoli dal corso dell’antico fiume Sebeto.

Malgrado all’epoca l’area fosse sostanzialmente disabitata, alla fine del IX secolo vi fu tuttavia un insediamento di guerrieri musulmani di imprecisate dimensioni, pronti a intervenire su comando del Vescovo-duca Atanasio che li aveva assoldati come mercenariperché conducessero per suo conto azioni militari contro i suoi nemici (CapuaSalerno,Benevento e Spoleto).[2] La costituzione di un primo nucleo abitativo stabile può essere fatta risalire intorno al 993, quando nella zona detta Capitiniano (pressappoco l’attuale cimitero) fu edificata una piccola cappella votiva consacrata a San Giorgio. Alla fine del sec. XI fu edificata nello stesso luogo una chiesa, attorno alla quale si sviluppò un primoCasale con il nome di San Giorgio a Capitiniano. Con il passare del tempo il Casale cominciò a svilupparsi verso il mare nella zona detta Cramano, tanto da cambiare nome in San Giorgio a Cramano, come attestato già nel 1334 sotto il regno di Carlo d’Angiò[chi?]. Si vennero a creare così due nuclei abitativi, il quartiere di sopra e quello di bascio, che intanto aveva assorbito l’antico casale diS.Aniello a Cambrano. Il centro cittadino rimase però la parte alta, dove nel frattempo la chiesa di San Giorgio Vecchio prendeva l’aspetto attuale a tre navate in stile gotico. Solo nel 1570, con l’edificazione della chiesa di Santa Maria del Principio, la vita religiosa del Casale, e con essa quella cittadina, si sposta nella parte bassa. Tuttavia la violenta eruzione del 1631 colpisce duramente San Giorgio, distruggendo il centro cittadino, la chiesa di Santa Maria del Principio e i documenti storici in essa custoditi. Solo poche costruzioni furono risparmiate, come la stessa chiesa di San Giorgio Vecchio e la cosiddetta Torre Ummarino. Nel 1670 viene ricostruita la chiesa di S. Maria del Principio, sulle rovine della precedente e il Casale cominciò nuovamente a ripopolarsi. La città conobbe un periodo florido sotto il dominio spagnolo ed ancor più sotto i Borbone, grazie alle iniziative promosse da Carlo III, che diede impulso alle attività economiche dell’intera area vesuviana. Fu in quel periodo che la città divenne luogo di villeggiatura di famiglie nobili napoletane, come testimoniano le numerose ville settecentesche.

Luca Giordano

Molto importante fu la presenza nel paese del pittore Luca Giordano, specialmente per la cappella di S. Maria del Carmine al Pittore, che egli fece costruire verso la fine del secolo XVII e che alla fine del secolo divenne rettoria e fu un notevole centro di aggregazione della popolazione contadina della zona circostante. Luca Giordano morì all’inizio del secolo in cui sarebbero sorte le famose ville settecentesche, e non ebbe il tempo, quindi, di adeguarsi ai modelli del tempo. La “casa del Giordano” è inclusa nell’elenco delle ville vesuviane con la denominazione di Villa Marulli al viale Bernabò di San Giorgio a Cremano .

I successivi moti indipendentisti ispirati dalla rivoluzione francese trovarono non poca resistenza nella città, devota alla monarchia borbonica. Tuttavia la città divenne Repubblica Paesana nel 1799. La Carboneria, che da lì a poco sarebbe nata, trovò i primi iscritti anche in questa città che, in tal modo, contribuì ai moti del 1820. Dopo l’unità d’Italia San Giorgio a Cremano subì un periodo di decadenza, pur restando un apprezzato e ricercato luogo di villeggiatura.

Allo studio e alla ricostruzione delle vicende storiche e culturali della città si è a lungo dedicato il sacerdote Giovanni Alagi, coadiuvato a suo tempo da Giovanni Coppola, originario di Portici, sacerdote, bibliofilo e cultore di studi umanistici. In epoca borbonica qualche funzionario scelse San Giorgio come cittàdina a buon mercato dove costruirvi una propria dimora per godere in qualche stagione dell’anno di un po’ di fresco e silenzio che questi luoghi anticamente offrivano. All’inizio degli anni settanta l’Ufficio Commercio del Comune di San Giorgio a Cremano registrava la presenza di 58 aziende tessili. Micro-imprese, dove abili mani confezionavano ogni giorno migliaia di camicie destinate al mercato italiano e a quello estero. È il retaggio di un’antica tradizione che risale alla metà del Settecento, quando le seterie della zona si erano specializzate nella produzione di camicie, da giorno e da notte, allo scopo di soddisfare le richieste dei nobili più alla moda. Purtroppo oggi, la tradizione sartoriale è andata perduta e quella passione di alcuni artigiani, prevalentemente, in camicie e cravatte non si è trasmessa alle nuove generazioni, sia perché non era un settore di eccellenza e sia per le esose “gabelle” che gravavano e gravano su certi settori produttivi cittadini, che nell’indifferenza della politica locale, più vocata all’intrallazzo ed alla tutela degli interessi privati,. rispetto a quelli pubblici sono state lasciate chiudere.

Si ricorda anche Giorgio Maione, storico viticoltore e commerciante del paese, nella sua casa di famiglia.

Etimologia

Per quanto riguarda il nome della città, il primo è stabile nel tempo ed indica il santo tutelare scelto dalla comunità, mentre il secondo farebbe riferimento a “cremato” in riferimento ad eruzioni vulcaniche che avrebbero appunto cremato parte dei territori comunali.

SAN GIORGIO – Il nome fa riferimento alla forte venerazione per il Santo che secondo la tradizione salvò, alla fine del X secolo, gli abitanti dall’eruzione del Vesuvio. Attestato fin dalle origini, non si è mai modificato, eccetto che nella parlata popolare in Santo Iorio. Ciò è dipeso dalla tendenza del dialetto napoletano a trasformare la g palatale in i (generoin iennero). I Sangiorgesi scelsero un santo che avesse fama di combattente, che aiutasse contro le insidie dei nemici e di eventi naturali. Per questo scelsero San Giorgio, che già a Napoli era conosciuto presso i poveri ed i contadini. È anche vero che la chiesa di Forcella San Severo nel IX secolo veniva anche detta di S. Giorgio e questa chiesa aveva molti possedimenti nella zona vesuviana e sul territorio che poi diede origini al paese.

CREMANO – Il termine Cremano non è un antico toponimo indicante una località compresa fra Portici e San Giorgio. Ragion per cui è erroneo far discendere il nome della città come vorrebbe qualcuno da San Giorgio nei pressi di Cremano. Tuttavia il termine Cremano ha subito trasformazioni sostanziali nel corso dei secoli. L’ipotesi più attendibile è che esso derivi da Cremato, indicante appunto una striscia di terra che sarebbe stata “cremata” dalla lava. Tuttavia sull’etimologia del termine Cremano non vi è ancora accordo.

Altre immagini dell’immobile : 

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About the Author

Mi chiamo Antonio Ciccotti ,sono nato a Napoli in un caldo mese di Luglio, una città unica,che non ha bisogno di presentazioni. Partecipazione,attivismo,informazione ,libertà di espressione.sono le cose che più mi interessano.



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