Sorrentino vince l’Oscar con la “Grande bellezza”
Paolo Sorrentino ha vinto: l’Oscar per il miglior film straniero è andato a “La grande bellezza”.
Sul palco del Dolby Theatre, emozionatissimi e felici, salgono il regista, il protagonista del film, Toni Servillo, e il produttore Nicola Giuliano. “Grazie alle mie fonti di ispirazione” dice Sorrentino brandendo la statuetta, “e dunque grazie a Fellini, ai Talking Heads, a Scorsese e a Diego Armando Maradona; grazie a Roma e a Napoli, alle mie personali grandi bellezze Daniela, Carlo e Anna, ai miei genitori” e anche a Enzo e Sasà, i genitori di sua moglie.
Sorrentino riporta in Italia l’Oscar che mancava dal 1999, l’anno del trionfo di Roberto Benigni con “La vita è bella”. Si brinda, alla lettura del verdetto, in casa del console Perrone, dove la comunità italiana si è riunita davanti alla tv a fare il tifo per “La grande bellezza”.
Rispettati, per la gran parte, i pronostici della vigilia. I premi per gli attori non protagonisti vanno a Lupita Nuong’o, che esibisce una scollatura inutilmente abissale, per “12 anni schiavo”, e a Jared Leto per “Dallas Buyers Club”, che ringrazia sua madre che gli ha “insegnato a sognare”. A “Gravity” tutti i premi tecnici, al “Grande Gatsby” le statuette per i costumi, davvero meravigliosi, e la scenografia; a “Frozen” della Disney il premio per il miglior film d’animazione.
Ellen Degeneres ha condotto con grinta e verve uno show altre volte ingessato. E a metà ha fatto arrivare in sala le pizze che in parecchi, da Meryl Streep a Scorsese, hanno mangiato con gusto staccando i pezzi con le mani. Memorabile il selfie con le supestar di Hollywood che la conduttrice ha scattato in diretta: in pochi minuti è stato retweettato due milioni di volte.
Chilometrico il discorso di ringraziamento di Cate Blanchett, che ha vinto l’Oscar per la miglior attrice, come tutti si aspettavano, per il ruolo in “Blue Jasmine” di Woody Allen. Meglio di lei ha fatto solo Matthew McConaughey, miglior protagonista di “Dallas Buyers Club”.
Inaspettata la sconfitta di Bono con la canzone “Ordinary Love”, data per vincente e invece superata da “Let il go” di “Frozen”. Il miglior regista è Alfonso Cuaron per il fanta-filosofico “Gravity”, il miglior film “12 anni schiavo” di Steve McQueen. Sul palco salgono il produttore Brad Pitt e il regista britannico, emozionato e con le lacrime nella voce. La dedica è quanti, nel mondo, ancora vivono in schiavitù.
fonte:il Mattino.it
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