Articoli chiese

Published on aprile 4th, 2013 | by Antonio Ciccotti

Le cupole di Napoli sono oltre cinquecento

Le cupole di Napoli sono oltre cinquecento inizia da qui l’incredibile viaggio fra le chiese di Napoli.

Almeno duecento chiuse e abbandonate al loro destino.

Le cupole di Napoli

Visitare Napoli le sue strade i suoi stretti vicoli ed imbattersi nei suoi  gioielli dell’arte dimenticati, abbandonati,imbrattati, in rovina, a volte addirittura pericolanti.

A Napoli si dice ” Voce e popolo ,voce e Dio” e le dicerie popolari mormorano che probabilmente a quanto pare in molte chiese napoletane sembra non ci sia  più niente di prezioso, perché sono state abbandonate ed è stato facile  rubare indisturbati.  tutto quanto di prezioso poteva esserci.Daltronde basta girare un po ,per rendersi conto che molte sono diventate negozi, officine o abitazioni,altre addirittura discariche.

Almeno duecento chiese chiuse, un patrimonio culturale,storico,sociale e perfino economico sprecato.
Le chiese di Napoli sono dei veri e propri gioielli spesso abbandonati, isolati,dimenticati, lasciati all’incuria,imbrattati in rovina e addirittura pericolanti.
Monumenti ,patrimonio dell’umanità e della cultura italiana, a disposizione di tutti ,lasciati al degrado e allo spreco visto che ormai da  anni, per il recupero di alcuni di loro, sono stati stanziati milioni di euro. Soldi in molti casi non spesi.

Succede purtroppo  nel centro storico di Napoli  camminando per  i decumani ad ogni angolo  si incontra una chiesa e in molti casi si tratta di strutture antiche, ma ricche ,chiuse e invisibile ai napoletani ed ai stessi turisti.
Restauri in corso da decenni  che non hanno mai portato all’apertura al pubblico delle chiese, come nel caso di Sant’Agostino alla Zecca o della chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, ristrutturata per decine di anni, inaugurata tempo fa  ma perennemente chiusa.

Chiese usate per affari private e sporchi
Come gia descritto in alcuni articoli giornalistici la chiesa Santa Maria dei poveri di Gesù Cristo, dove ha svolto la sua opera il Pergolesi o la chiesa dei Crociferi nel quartiere Sanità,sono assolutamente in uno stato di degrado.
Vi sono perfino lucchetti vicino a delle chiese,fateci caso, ma cosa  significa che  quei  portoni qualcuno li apre? Forse per depredare ,depositare, nascondere?
E così ci sono chiese diventate una sorta di casseforti di stupefacenti, di armi o semplicemente depositi privati di oggetti falsi o rubati.
Poi vi sono le chiese distrutte come Sant’Antonio alla Vicaria, riempita di rifiuti, accessibile da cunicoli scavati da qualcuno .
Chiese incredibili  come S. Maria Vertecoeli,abbandonata  , visitata solo dai colombi che entrano dal tetto ormai semisfondato .

A chiudere il cerchio vi è poi il traffico di opere, statue, madonne ,bambinelli,candelabri, affreschi, ed addirittura  vasche di marmo.
La cosa drammatica è che probabilmente a Napoli ci sono anche dei bravi falsari  e che potrebbero aver copiato molte opere che poi al momento del furto possono essere sostituite.

Un po di tempo fa furono recuperate ben 95 opere trafugate prevalentemente in chiese tra cui un dipinto di Mattia Preti sottratto da una parrocchia di Torre Annunziata.
Stando ad una sorta di censimento pubblicato sul sito della Chiesa di Napoli le chiese abbandonate, disastrate, irriconoscibili purtroppo sono tantissime e perciò tutte indifese.
Allora  la domanda nasce spontanea perchè  nonostante l’attenzione dell’Unesco la Chiesa, la Regione e altri enti preposti non siano mai riusciti a recuperarle?
Un caso emblematico è quello della chiesa della Scorziata  che è una struttura, una volta bellissima e poi diventata una bruttura  i turisti  e per i napoletani ,che nelle feste hanno visitato San Gregorio Armeno: un edificio cadente diventato quasi una sorta di  discarica .
La struttura subì un incendio,  le fiamme hanno distrutto  quello che  restava da distruggere.
Purtroppo  per il recupero della struttura furuno stanziati parecchi soldi e per ben tre volte: un primo finanziamento risale agli anni ottanta, dopo il terremoto, non speso, un secondo finanziamento non speso negli anni novanta, un terzo finanziamento non speso nel 2003-2004.
Intanto  molte chiese nel corso dei decenni sono state  trasformate, utilizzate , occupate,addirittura  vendute.
Molte sono diventate negozi o officine, altre delle abitazioni.
In una chiesa della Sanità, di proprietà di una arciconfraternita, ci abitano perfino delle famiglie.
Sulla facciata della chiesa di Sant’Arcangelo a Baiano sono spuntati perfino dei balconi.
Al posto di un parcheggio a ridosso di Piazza Garibaldi una volta c’era un deposito e prima ancora una chiesa di eccezionale interesse storico, quella di San Gennaro e Clemente alla Duchesca, crollata nel silenzio generale nel 1992.
Vi è poi lo splendido complesso monumentale dei Gerolomini, dalla cui biblioteca si è scoperto essere  stati trafugati migliaia di volumi  rari ed antichi .
Nell’inchiesta che ne è seguita risultano indagati l’ex direttore della biblioteca Massimo De Caro e altri personaggi tra cui il senatore Marcello Dell’Utri.
In sintesi possiamo ritenere  che le  chiese napoletane dovrebbero essere tutte  aperte, perché quando i monumenti restano chiusi e dimenticati allora il degrado si accentua , avanza e la storia di una città viene depredata ed a perderci sono i suoi cittadini ed il mondo intero.

Le più belle Chiese di Napoli

ELENCO:
La basilica Santa Maria della Sanità
Cattedrale di Napoli
Basilica di San Francesco di Paola
San Nicola a Nilo
La chiesa di San Domenico Maggiore
Sant’Anna di Palazzo
San Giovanni a Carbonara
San Ferdinando
San Giuseppe dei Ruffi
Santa Maria La Nova
Santa Maria della Sapienza
Donnaregina Nuova
Santa Maria in Cosmedin
Chiesa di San Raffaele
Chiesa delle Donne, Certosa di San Martino
Chiesa di Santa Maria della Mercede e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
Santa Caterina a Formiello
Basilica dello Spirito Santo
Chiesa di Santa Teresa a Chiaia
Chiesa di San Giorgio dei Genovesi
Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato
Chiesa dei Santi Marcellino e Festo
Chiesa di Santa Maria Donnaregina
Chiesa di Sant’Antonio Abate
Basilica di Santa Chiara
Chiesa dei Girolamini
Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore
Chiesa di Sant’Anna a Capuana
Basilica di San Paolo Maggiore
Chiesa di San Pietro a Majella
Chiesa di Santa Maria la Scala
Chiesa del Gesù Nuovo
Chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta
Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
Chiesa di Santa Maria di Portosalvo
Basilica della Santissima Annunziata Maggiore
Complesso dell’Eremo dei Camaldoli
L’esterno di Santa Teresa degli Scalzi
Chiesa di Santa Maria della Colonna
Chiesa di San Giovanni Battista delle Monache
Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone
Chiesa di San Nicola da Tolentino
Cappella Reale dell’Assunta
« La cosa che ci è sembrata più straordinaria, a Napoli, è il numero e la magnificenza delle sue chiese: posso dirvi, senza esagerare, che ciò oltrepassa l’immaginabile. »
(Maximilien Misson, Nouveau Voyage d’Italie.)
Per chiese di Napoli si intendono qui prevalentemente quelle strutture di interesse storico ed artistico sorte in un arco di tempo che parte dal periodo paleocristiano sino ad arrivare alla prima metà del XIX secolo. Secondo la storiografia e le fonti più accreditate, sono circa mezzo migliaio e costituiscono un patrimonio ricco di storia artistica, architettonica, civile e spirituale, formatosi nell’arco di diciassette secoli: Napoli infatti è detta la città delle cinquecento cupole.
Tuttavia, è doveroso far presente che molè doveroso far presente che molti esperti ritengono che il loro numero travalichi di molto quello sopracitato (soprattutto se, oltre a quelle più rilevanti, si aggiungono le altre strutture di culto del grande Cimitero di Poggioreale, delle quali, non di rado, mancano allo stato censimenti o adeguate informazioni conoscitive).

Le prime chiese cristiane, a Napoli, risalgono a poco dopo l’editto di tolleranza costantiniano di Milano del 313.
In città si trovano differenti tipi di tracce paleocristiane, le più diffuse sono quelle i cui resti absidali, affreschi e quant’altro sono locati negli ipogei delle ben più recenti chiese barocche; oppure quelle in cui l’architettura paleocristiana si è fusa con le successive correnti archittettoniche – artistiche (un mescolamento che ha poi dato vita a delle vere e proprie chiese “ibride”).
Tuttavia, esempi di chiese paleocristiane “pure” e/o pressoché integre sono riscontrabili in alcune catacombe. Tra le più antiche chiese paleocristiane vi è la basilica di San Pietro ad Aram; l’edificio, seppur rifatto secondo altri stilemi, possiede ancora marcate origini paleocristiane, come testimoniato soprattutto dai suoi grandi sotterranei che hanno conservato rigorosamente arte ed architettura paleocristiana.
Molto simile al caso precedente è la chiesa di San Giorgio Maggiore che possiede al suo interno, un raro esempio di abside antica completa.
Per quanto riguarda le chiese gotiche, ricordiamo la basilica di Santa Chiara che con il suo elegante gotico provenzale e la sua navata lunga circa 130 metri (compreso il Coro) ed alta circa 45, costituisce la maggiore opera gotica cittadina: al suo interno vi sono vari monumenti sepolcrali di varie dinastie o famiglie nobiliari dell’epoca, oltre ad altri riferimenti artistici e/o architettonici.
Altro punto di riferimento è la chiesa di San Domenico Maggiore eretta secondo i classici canoni del gotico; venne rimaneggiata nel Rinascimento e durante il periodo barocco.
Altro esempio gotico è San Pietro a Majella, la cui struttura ha conservato l’aspetto spoglio originario, ad eccezione del soffitto barocco. La chiesa di San Lorenzo Maggiore rappresenta invece una pregevole mescolanza in stile gotico francese con quello francescano; anch’essa subì poi dei ritocchi barocchi.
Il Rinascimento si impose grazie alla presenza di Alfonso d’Aragona, che trasformò  Napoli in una delle principali città rinascimentali del tempo. In realtà i legami artistici e culturali con Firenze avevano già prodotto un parziale mutamento nel contesto architettonico della città; lo dimostra soprattutto la chiesa del Gesù Nuovo che con la sua classica facciata a punta di diamante, rispecchia i primi esempi e/o elementi rinascimentali della città.
Altro esempio rilevante di questo periodo è Sant’Anna dei Lombardi che attraverso le sue grandi cappelle a pianta centrale fa intuire chiaramente come sia stata influenzata dalle analoghe costruzioni fiorentine.
Con l’avvento del manierismo, infine, il Rinascimento a Napoli è in piena caduta ma ciò nonostante, l’ultimo cinquantennio produce la notevole chiesa rinascimentale di Santa Maria la Nova.
Le chiese monumentali di Napoli si presentano per lo più sotto una veste barocca. La loro pittura, soprattutto quella del XVII secolo, è stata influenzata direttamente o indirettamente da Caravaggio; dal 1610 e nei decenni avvenire a Napoli si costruirono numerose chiese barocche, spesso ornate con ricche decorazioni marmoree o a stucco (confrontabili con gli interni berniniani). I risultati più notevoli si ebbero ad ogni modo nel XVIII secolo, con Ferdinando Sanfelice.
La certosa di San Martino, tra i maggiori complessi monumentali e religiosi di Napoli, costituisce in assoluto, uno dei maggiori esempi di questa corrente. Un altro importante esempio barocco della città e non, è la Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro della cattedrale di Napoli: uno dei gioielli universali dell’arte, ricca di marmi, affreschi, dipinti e altre opere d’arte dei migliori artisti dell’epoca è sicuramente uno dei monumenti più importanti del barocco napoletano seicentesco, per l’insieme di decorazioni che videro la partecipazione di artisti di eccezionale levatura.
Tra le più “recenti” chiese monumentali della città, vi sono quelle partorite dal neoclassicismo; esse possono dividersi in due categorie distinte, ovvero: nella prima appartengono le chiese che sono ancora vicine al tardo barocco, conservando ancora un’impronta tipica di quest’ultimo periodo, mentre nella seconda tipologia appartengono le chiese caratterizzate da interni e/o da facciate severe, che preludono al neoclassico puro. Il maggior esempio di questo periodo, nonché la più importante chiesa neoclassica italiana, è la basilica di San Francesco di Paola  realizzata da Pietro Bianchi, il quale mostrò nella realizzazione della nuova chiesa grandi qualità ingegneristiche, attestate dalla solidità dell’opera e dall’intelligenza delle soluzioni tecniche.
Ciccotti Antonio.

Tags:


About the Author

Mi chiamo Antonio Ciccotti ,sono nato a Napoli in un caldo mese di Luglio, una città unica,che non ha bisogno di presentazioni. Partecipazione,attivismo,informazione ,libertà di espressione.sono le cose che più mi interessano.



Back to Top ↑
  • Iscriviti alla Newsletter

  • Translate

      Translate to:

  • Previsioni Meteo Napoli